
Scucuzzù, un piatto povero oggi ormai dimenticato
✅ Prima di iniziare con la lettura, ti mettiamo qui sotto alcuni link davvero interessanti, di alcune ricette tipiche liguri. Dacci uno sguardo! 😉
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- Lo SCCIATTAMÄIO antichissimo polpettone Genovese
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- Il Castagnaccio
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Scucuzzù: sembra quasi una tipica voce meridionale?
Invece no: è genovesissima, anche se il termine è in disuso, “Scucuzzù” vuol dire grandine, in onomatopeica interpretazione del caratteristico suono d’impatto di quest’ultima.
Ma sta anche ad indicare una pasta adatta per minestra, consistente in duri pezzetti, quasi tondi: appunto per la sua somiglianza, nella forma, con la naturale meteora, veniva così chiamata.

Questo cibo dal nome curioso, oggi completamente dimenticato, in origine fu uno dei tanti piatti poveri “di recupero” ricavato cioè dalla pasta residuata di altre preparazioni, e opportunamente lavorata.
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Rivelatosi cibo appetitoso e solleticante, fu in seguito di proposito preparato, modellando i singoli chicchi con farina di semola.
Ci pare tutto degno di essere oggi riproposto ai genovesi.
Per consistenza e ruvidezza, lo scucuzzù, ricorda i massicci, deliziosi “sopravvissuti” Corzetti. Esiste anche, quasi certamente, un legame col toscano scurcussù, particolare farina di semola a grana molto grossa.
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Ingredienti e dosi (per 4 persone) ⚖
- 500 grammi di farina di semola
- due uova intere
- acqua
- sale
Scucuzzù: Preparazione 👩🍳
- Eseguite l’impasto normalmente ma con acqua tiepida per renderlo più legato e morbido-
- Lasciatelo riposare per circa un’ora, quindi staccate con le dita dei pezzetti di pasta e con questi, modellandoli uno ad uno, con movimento rotatorio dalla palma della mano, formate delle pallottoline di diametro leggermente inferiore al centimetro.
- Lasciate asciugare i chicchi su di un canovaccio fino al giorno dopo.
- Cuoceteli preferibilmente in un passato assai liquido di verdura (ma sono ottimi anche preparati in brodo di carne) quanto basta per farli risultare bene al dente.