Golfo dei Poeti: perché si chiama proprio cosi?
✅ Prima di scoprire perché il Golfo dei Poeti si chiama proprio così e l’origine del suo nome, ti lasciamo alcuni link davvero interessanti. Dai uno sguardo! 😉
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Perché Golfo dei Poeti? Chi ha inventato il nome “Golfo dei Poeti”?
▶ Il Golfo dei Poeti comprende i Comuni di La Spezia, Lerici e Porto Venere
Proprio le coste del Golfo di La Spezia, sono sempre state amate e citate da numerosi artisti e scrittori che qui passarono lunghi periodi delle loro vite.
▶ Tanto erano amate queste zone, tanti erano le personalità ad apprezzarle che, nel 1919, il commediografo toscano Sem Benelli ribattezzò questi luoghi ameni come il “Golfo dei Poeti”.
* Il nome di Sem Benelli è molto conosciuto in Liguria, anche per il famoso Castello che porta il suo nome, a Zoagli
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Chi erano i famosi “Poeti”?
Erano personalità del calibro di Virgilio, Dante, Petrarca e in tempi più recenti Byron, Shelley, D.H. Lawrence e ancora D’Annunzio e Pasolini. Tutti, restarono affascinati e dedicarono scritti e versi a questi lidi, citandoli in molte delle loro opere
Virgilio descrisse le rientranze e seni di queste coste protette nel primo libro dell’Eneide
Dante, che passò per Montemarcello e per il monastero di Santa Croce, citò il Golfo nel terzo canto del Purgatorio “Tra Lerice e Turbia la più diserta, la più rotta ruina è una scala, verso di quella, agevole e aperta”.

Petrarca nell’Africa: “A quelli che giungono dal mare appare nel lido il porto di Venere e qui, nei colli che ammanta l’ulivo è fama che anche Minerva scordasse per tanta dolcezza Atene, sua patria…”
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Byron, gli Shelley (e la tragica fine)
Nell’Ottocento George Byron e Percy Shelley con la moglie Mary, rappresentanti del romanticismo inglese, rimasero così colpiti dalla costa tra Lerici e Ounta Bianca, da decidere di stabilirsi.
Il soggiorno è ricordato dai versi del poeta, riportati da una epigrafe sul muro di Villa Magni, a San Terenzo, la dimora degli Shelley in quegli anni.
Da questo portico in cui si abbatteva
l’antica ombra di un leccio
il luglio del MDCCCXXII
Mary Godwin e Jane Williams attesero con lagrimante ansia
PERCY BYSSHE SHELLEY
che da Livorno su fragil legno veleggiando
era approdato per improvvisa fortuna
ai silenzi delle isole elisee.
O benedette spiagge
ove l’amore, la libertà, i sogni
non hanno catene.

La villa, nota come Villa Bianca, si poteva raggiungere solo dal mare ed era punto di partenza per le gite in barca dei tre scrittori, che solcavano queste acque, a bordo di un piccolo veliero ribattezzato Ariel, nome del folletto della Tempesta, opera di Shakespeare.
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Il nome non portò fortuna a Percy Shelley, che morì nel 1822 proprio durante una burrasca, travolto dalle onde insieme alla sua barca, al largo di La Spezia.

Il corpo del poeta venne restituito dal mare alcuni giorni dopo, per essere poi cremato sulla spiaggia.
Le sue ceneri furono tumulate nel Cimitero degli Inglesi, a Roma, mentre il suo cuore venne costruito fino alla morte, da Mary Shelley.
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Questi luoghi furono anche d’ispirazione per molti pittori dell’Ottocento, tra i quali Telemaco Signorini che, dopo avervi soggiornato appena terminato gli studi all’Accademia di Belle Arti, ritrasse La Spezia, Lerici e il loro Golfo in diversi quadri

Novecento
David Herbert Lawrence, romanziere autore di L’ amante di Lady Chatterley, si stabilì nel 1919 a Fiascherino, rimanendo affascinato dalle case aggrappate alle rocce di Tellaro, con la sua chiesa esposta alle onde del mare in tempesta.
Negli stessi anni, a Villa Marigola di Lerici, Sam Benelli scriveva una parte della Cena delle Beffe, la sua opera più famosa.
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Il Golfo dei Poeti attirò nel ventesimo secolo molti altri artisti e intellettuali famosi: Gabriele D’Annunzio, Valentino Bompiani, Edoardo Sanguineti e Mario Soldati, che visse per lunghi periodi a Tellaro, morendovi nel 1999.
Monte Marcello i suoi boschi, furono invece scelti da Indro Montanelli che vi venne in vacanza per molti anni.
Pasolini
Importante è l’omaggio che Pier Paolo Pasolini fa a questi lidi, con alcuni versi che ricordano la sua permanenza nel Golfo dei Poeti:
Fresco tremava il monte di Lerici d’olii azzurri // davanti al battello tra le luci della Spezia. // mentre
L’Italia, cap. III, vv. 1-8, in L’usignolo della Chiesa Cattolica, Longanesi, 1958
l’inverno accarezzava l’alba // con mani dolci di brezze, amare di sole.
E la baia di Shelley come in una stampa // dove il verde si stinge nell’azzurro // approdando accorava
l’aria di Portovenere; // poi sorse il mattino e tutto fu bianco.
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