Punta Chiappa Batterie

Punta Chiappa Batterie, la vera storia delle Batterie

Punta Chiappa Batterie – La vera storia delle Batterie di Punta Chiappa

✅ Prima di scoprire cosa sono le Batterie di Punta Chiappa e la loro storia, ti lasciamo qui sotto alcuni link davvero interessanti. Dai uno sguardo! 😉

Punta Chiappa Batterie – bellezza e storia

Andiamo alla scoperta di uno dei punti più belli del Monte di Portofino, proprio sopra la splendida Punta Chiappa, nonché uno dei complessi di difesa più importanti della Seconda Guerra Mondiale, usato prima dall’Esercito Italiano e poi dai Tedeschi, una volta occupato il suolo italico.

Punta Chiappa Batterie
Le Batterie di Punta Chiappa (frecce gialle), viste con la tridimensionale di Google dal mare

Questi luoghi del Monte di Portofino, dopo anni di abbandono, sono stati magistralmente recuperati e meritano una visita, sia per il loro valore storico e per la splendida vista sul Golfo Paradiso.

Il Complesso delle Batterie è raggiungibile sia da San Rocco di Camogli che da San Fruttuoso.

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La Storia della 202esima batteria di artiglieria costiera di Punta Chiappa

Negli anni ’30 del 900, l’esercito italiano realizzò una serie di installazioni sul Monte di Portofino, a fine di migliorare le difese antiaeree e antinave del Porto di Genova.

In località Fornelli, sulla verticale di Punta Chiappa a circa 200 m di quota, venne completata una batteria d’artiglieria armata con tre cannoni da 152/45 mm dotata di locali di servizio e polveriere scavate nella roccia del promontorio.

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Questi cannoni, entrati in servizio sulle navi da guerra del 1917 come armi anti motosilurante, furono poi molto utilizzati nelle batterie costiere dell’Esercito della Marina, soprattutto nei primi decenni del 900.

Il cannone, in grado di sparare fino a 19 km di distanza, era in genere posizionato su piazzole in barbetta e protetto da una piastra corazzata che lo avvolgeva su tre lati.

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Occupazione Tedesca

Con l’occupazione tedesca, dopo l’8 settembre 1943, i due cannoni vennero ancor più protetti da altrettanti possenti casematte, in cemento spesso oltre 2 metri e mezzo, con il soffitto rinforzato da putrelle in acciaio (visibili ancora oggi).

Batterie di Punta Chiappa
Punta Chiappa Batterie – Foto dal nostro Gruppo Facebook

Il terzo cannone venne mantenuto allo scoperto, per usufruire del massimo campo di tiro concesso dalla straordinaria posizione panoramica della batteria.

L’osservatorio per la direzione del tiro, venne a sua volta protetto da due casematte, che ospitavano all’interno e telemetri per calcolare la posizione e la distanza dei bersagli.

Sul soffitto delle due postazioni erano probabilmente posizionate mitragliere antiaeree.

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Postazione inferiore

Un sentierino scende per un breve tratto a destra della postazione inferiore, raggiungendo poco più in basso l’ingresso al complesso sotterraneo, che comprende alcuni locali per la direzione di tiro e le per le comunicazioni.

Una galleria, che termina con una scala elicoidale, permetteva il collegamento interno tra le due istallazioni.

All’interno delle Batterie con i Ragazzi di “Mistero della Terra

Poco più in basso, distribuite a livelli differenti lungo il pendio, vennero realizzate le postazioni per i cannoni, dotate anch’esse di complessi sotterranei, che ospitavano i ricoveri per i serventi ai pezzi d’artiglieria e le riservette per i proiettili dei cannoni.

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Sulla destra della casamatta superiore, si individuano i ruderi degli edifici delle caserme e i locali di servizio della batteria.

Punta Chiappa Batterie - Casamatta
La Casamatta – Batterie di Punta Chiappa, dal nostro Gruppo Facebook

Alle spalle degli edifici, sono presenti altri rifugi scavati nel versante e la polveriera sotterranea dell’opera, dove compaiono scritte in tedesco risalenti al periodo dell’occupazione.

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Base Zero

I tedeschi dotarono l’opera di un ulteriore osservatorio protetto costruito più in alto, presso la cresta rocciosa che scende dal vetta del monte Campana, collegandolo all’altra batteria tramite un cammino scavato in trincea e protetto da sacchi di terra e reti mimetiche.

Monte di Portofino, Base Zero
La vista da Base Zero – Foto di Roberta Guerrini, dal nostro Gruppo Facebook

Per individuare aerei e navi a grande distanza, i tedeschi realizzarono anche una postazione radar, dotata di radiolocalizzatore nella località “Base zero”, proprio sopra San Fruttuoso di Camogli.