
Muri a secco, l’arte ligure – Patrimonio dell’Umanità
✅ Prima di iniziare con la lettura, ti mettiamo qui sotto alcuni link davvero interessanti, riguardo la Liguria e le Cinque Terre. Dai uno sguardo!😉
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Il paesaggio della Liguria, in particolare quello delle Cinque Terre, è caratterizzato da un fitto susseguirsi di terrazzamenti o fasce, che ricoprono i pendii costieri. I Muri a secco.
I muri a secco che sostengono le fasce, non sono certamente recenti, ma sono stati costruiti in un arco di tempo molto lungo.

📜 Si presume addirittura dall’undicesimo secolo, dopo che ebbero termine le incursioni saracene, fino al secolo attuale.
Il paesaggio che vediamo oggi, è il risultato dell’incredibile lavoro di almeno una trentina di generazioni.
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I primi terrazzamenti, furono realizzati a 250-300 metri di quota, poi, gradualmente venne occupato ogni spazio disponibile.
Si scese da una parte, sino al mare, e dall’altra, si salì anche sino a 500 metri d’altitudine.
Nel 2018 l’Unesco ha inserito i “muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati patrimonio dell’umanità.
E’ stato calcolato che la lunghezza totale dei muri a secco delle Cinque Terre 😲 superi i 2000 chilometri.
Un lavoro immane, con muri in alcuni casi alti più di 4 metri! Oltre alle fasce terrazzate, in aggiunta, spesso sono state costruite mulattiere, scalinate di collegamento e piccoli canali per la l’acqua.

Sin dall’inizio i terrazzamenti sono stati coltivati soprattutto a vite e, in misura minore, a olivo. I vini delle Cinque Terre erano già conosciuti e apprezzati nell’antichità: vengono ✍ citati infatti da Petrarca, nel poema Africa, e dal Boccaccio, nel Decamerone.
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L’ambiente era molto difficile e il lavoro del contadino molto duro.
Questa fu una delle cause per cui furono abbandonate parte delle coltivazioni, quando le Cinque Terre uscirono dal loro “isolamento”, a fine dell’800, grazie alla costruzione della linea 🚆 ferroviaria Genova-La Spezia.
L’avvento del treno ha favorito il lavoro pendolare verso La Spezia, Sestri Levante e Genova. Ci furono anche benefici: agevolò lo sviluppo turistico delle Cinque Terre e l’indotto collegato.
La crisi dell’agricoltura “esplose” ad inizio secolo, con l’arrivo della filossera: un piccolo insetto che attacca le radici delle viti, provocando in breve tempo la morte della pianta attaccata.
Tra il 1913 e il 1925, la fillossera distrusse quasi tutte le viti delle Cinque Terre.
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Il 🍷 Vino delle Cinque Terre, famoso in tutto il mondo: Sciacchetrà
Fortunatamente, negli ultimi decenni si è avuta un nuova ripresa della viticoltura, grazie allo slancio portato dall’introduzione delle monorotaie.
Queste, consentono di trasportare uomini e materiali lungo i ripidi pendii, senza incidere sul paesaggio ma agevolando molto il lavoro.
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