Volto megalitico di Borzone – Tutto quello che devi sapere
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Volto megalitico di Borzone – Alla scoperta della scultura più incredibile di tutta la Liguria
Nell’entroterra ligure, poco distante da Borzonasca, si trova la più grande scultura rupestre paleolitica d’Europa e, probabilmente, la più grande del mondo.

Questa incredibile scultura è nota come Volto megalitico di Borzone: raffigura appunto un volto umano, scolpito nella roccia, alto circa 7 metri di altezza e largo 4.
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Volto megalitico di Borzone come arrivare
Il Volto megalitico di Borzone si trova a Borzonasca, nella Frazione Borzone, in località Zolezzi
La grande scultura è visibile dalla strada: giunti in prossimità, troverete sul ciglio un cartello con una panchina – è un punto panoramico – in cui sedersi comodamente e ammirare il Volto megalitico (Trovate la Mappa 👇 sotto).
INDICAZIONI provenendo da Chiavari
Appena arrivati a Borzonasca, vedrete i cartelli che indicano di girare a destra, in direzione Caroso – Sopralacroce – Abbazia di Borzone – Rifugio Pratomollo.
Proseguite su questa stretta strada per 2 Km, poi girate a DESTRA, seguendo sempre le indicazioni per l’ABBAZIA di Borzone e Zolezzi (NON girate a sinistra, per Licciorno)

Dopo circa 10 minuti da Borzonasca, arriverete in prossimità dell’Abbazia.
Invece di girare a destra, scendendo per la stradina che arriva all’Abbazia, proseguite a sinistra, in direzione Zolezzi e Volto del Cristo Megalitico. E’ molto semplice, trovate tutte le indicazioni.
In totale, da Borzonasca al punto panoramico del Volto megalitico, sono circa 15 minuti d’auto.
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Com è stato scoperto il Volto megalitico di Borzone?
La prima notizia riguardo al Volto megalitico di Borzone, veniva pubblicata dal Corriere Mercantile, il primo febbraio 1965, ad opera di Luigi Solari.
L’articolo spiegava che, nel mese precedente (Gennaio), Armando Giuliani, assessore del Comune di Borzonasca, durante il sopralluogo per la costruzione della strada, aveva scoperto una “grande effigie umana” alle Rocche di Borzone.

A Borzone, gli abitanti pensavano che il volto fosse opera dei frati che un tempo vivevano nel monastero, annesso alla vicina Abbazia di Borzone.
Questa scoperta ebbe parecchio risalto all’epoca: venne anche approfondita in un libro del 1968, del professore e storico Celestino Brusco.
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Il vero mistero: di chi è il volto?
La gigantesca scultura venne interpretata da subito come il “Volto di Cristo”.
Secondo la leggenda, questa effige sarebbe stata conseguenza di un “voto” dei monaci per l’avvenuta cristianizzazione della vallata e di tutte le località della zona.
Si narra che, una volta all’anno, gli abitanti della valle si radunassero davanti alla grande scultura per ringraziare la Divinità.

Quando i frati si allontanarono dal Monastero, anche questa tradizione dei valligiani decadde.
La gigantesca scultura venne inghiottita dalla vegetazione e dimenticata per molti secoli, sino al suo ritrovamento.
Siamo certi che si tratti effettivamente del Volto di Cristo?
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E’ davvero un uomo? E se fosse invece una donna?
In realtà, nonostante una ostentata certezza riguardo al “volto di Cristo”, i dubbi sono tantissimi e, per saperne di più, vi consigliamo di guardare l’approfondimento di Paleolithic art magazine.
Alcuni di questi “dubbi” sono però molto “sostanziosi” e vanno certamente tenuti in considerazione.
- Se il Volto megalitico di Borzone è stato opera di gente di una società matriarcale, se raffigura il volto di una donna, potrebbe rappresentare un dio femminile, cioè una dea.
- Non c’è barba, quindi non possiamo dare per scontato che sia un uomo, potrebbe essere il volto di una donna
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- Difficile datazione: non essendovi specialisti, non hanno potuto dargli un’attribuzione culturale (cioè datarlo), ma di recente la maggior parte degli osservatori lo ha considerato preistorico. E non può che essere preistorico, in quanto in Europa, in tempi storici, le tecniche di lavorazione della scultura erano molto più evolute, e con differenti soggetti di culto.

- La posizione della scienza ufficiale (quella che nei congressi internazionali trova la maggior parte degli studiosi consenzienti) non si è ancora pronunciata sulla scultura rupestre del Paleolitico, in quanto non vi sono studiosi che l’hanno proposta.
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Perché Il Volto megalitico di Borzone è detto “di Cristo”, se non ve n’è certezza?
Per un motivo semplice: per la vicinanza con l’Abbazia di Borzone.
La leggenda che viene narrata, di cui vi abbiamo parlato all’inizio, oltre alla poca distanza da un luogo storicamente importantissimo per il culto nella zona, come l’Abbazia di Borzone, fanno propendere per una visione Cristiana della scultura.
Quella del “volto di Cristo” sembra la spiegazione più plausibile e probabile alla presenza e al disegno della scultura stessa.
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E se i volti fossero addirittura due?
Vi lasciamo qui sotto un video girato con il drone da Ugo de Cressi che, nel 2016, avrebbe scoperto l’esistenza di un secondo volto, anteposto al più noto, con espressione corrucciata e greve.
Potrebbe trattarsi di una contrapposizione tra il “dio benevolo” e “una faccia sofferente”.
Questa scoperta, ancora da dimostrare nella datazione con i test al carbonio, potrebbe aprire nuove prospettive sul Volto megalitico di Borzone.