Fortunio Liceti

Fortunio Liceti: chi era questo personaggio di Rapallo?

Fortunio Liceti nacque a Rapallo il 3 ottobre 1577, da Giuseppe, recchese d’origine, e Maria Fini, rapallese, in navigazione tra Recco, dove il padre medico aveva svolto la sua professione, e Rapallo, dove risiedeva la famiglia della madre.

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La leggenda vuole che il parto sia avvenuto sulla barca, nel bel mezzo di un violento temporale.

Proprio a causa di quella fortunata circostanza, avessero deciso di battezzare il nascituro, con il nome di Fortunio Liceti.

Altri, interpretarono la scelta di questo nome, come un augurio di felice sopravvivenza alla nascita prematura. Si narra che il bimbo forse venuto alla luce prima del compimento del settimo mese e non misurasse più di un palmo d’altezza. 😮

Il padre lo fece riscaldare con il tiepido calore del forno e poi lo adagiò per alcuni mesi in una scatola di cartone. Anticipò così l’attuale uso dell’incubatrice.

✅ Fortunio Liceti trascorse la sua infanzia a Rapallo sino ai 14 anni, quando seguì il padre a Recco e dopo qualche anno, a Genova.

Nel 1585 venne inviato dal padre presso uno studio medico a Bologna, e in quella città frequentò le lezioni di medicina teoretica nutrendo, allo stesso tempo, una grande passione per la filosofia.

Esordisce a 18 anni con la sua prima opera “De orbi animae humanae“, uno studio in difesa della filosofia aristotelica.

Nel 1600 iniziò all’Università di Pisa la carriera di docente, che lo porterà poi a Padova, quindi a Bologna. Ritornò poi definitivamente nella prima città, dove morirà a 80 anni, dopo avere coperto le più importanti cattedre: logica, filosofia teoretica e aristotelica, medicina.

📚 OPERE

In “De orbi animae humani” si occupa della procreazione, della embriologia e dello sviluppo del feto nel grembo materno, unendovi però nozioni si prettamente filosofiche.

In “De monstruorum causis, natura et differenti“, affronta i problemi della teratologia, definendo etimologicamente il concetto di mostro, creando la prima classifica delle mostruosità, accompagnando il discorso con numerose illustrazioni, delle più rare, realmente esistite o frutto di fantasia.

Scrisse anche il “De motu sanguinis origineque nervorum” nella quale sostiene una sua teoria sulla circolazione del sangue.

Pur non essendo un conservatore, contestò, dalla cattedra di Padova William Harvey, suo contemporaneo e futuro medico del re Giacomo Primo d’Inghilterra che, con prove e calcoli sicuri, aveva organicamente esposto la sua dottrina della circolazione del sangue.

LA LUCE INESAURIBILE 🕯

In altri trattati, Fortunio Liceti affronta argomenti di carattere storico-archeologico. Spiccano soprattutto uno studio sulla storia degli anelli reperiti nelle tombe dell’età classica “De anuli antiquis” – e un’opera sull’analisi della lucerne in uso presso gli antichi popoli, ritrovate con una certa frequenza nei corredi tombali delle zone archeologiche “De lucernis antiquorum reconditis

Liceti compie una dettagliata indagine su una tradizione dell’età classica, di deporre accanto al corpo del defunto una fiammella simbolica, a carattere propiziatorio, assicurata dalla lucerna, dotata di una scorta di olio per assicurare una luce perenne.

Per Liceti, in sintonia con altri studiosi, questa luce inesauribile poteva trovare spiegazione ipotizzando che il mondo classico disponesse di un olio combustibile, dalla ricetta segreta, capace di garantire luce eterna.

L’ASTRONOMIA 🔭

L’immensa curiosità e versatilità di Liceti, lo portò ad occuparsi anche di astronomia, con alcuni studi sulle costellazioni, sul Moto degli astri e gli effetti della luce solare sulla Luna.

Nel corso di queste ricerche, Liceti venne in contatto ✍ epistolare con Galileo. Questi, ne apprezzò le doti di studioso e gli fu amico fino alla morte, pur avendo posizioni opposte.

Liceti godette di 🙌 gran fama e rispetto fra i suoi contemporanei, e non solo.

Le più grandi storie di letteratura italiana redatte fra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo, ne ricordano e ne lodano l’erudizione, la curiosità intellettuale.

Rapallo lo ha ricordato nel quarto centenario della sua morte. Padova, nel secondo centenario della sua nascita, volle ricordarne la figura, erigendogli una statua.

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