
Trallalero – la musica dell’entroterra ligure
✅ Prima di iniziare la lettura, ti mettiamo qui sotto alcuni link di musica e film, davvero interessanti. Dai uno sguardo! 😉
- Trallalero – Il Valzer di Portofino
- 5 Video Musicali girati a Genova
- Love in Portofino di Dalida
- Le 5 Canzoni più famose su Portofino
- Infelici e Contenti, con Greggio e Pozzetto
- Il Volpone, con Paolo Villaggio
- Lo spot del Tonno Insuperabile
- Racconti d’estate, con Alberto Sordi
- Quando hanno girato Beautiful a Camogli e Portofino
- Charlize Theron e lo spot HOT della Martini
La Liguria “musicale” è famosa non solo per il Festival di Sanremo, per i cantanti ed i molti gruppi genovesi.
Stiamo parlando del Trallalero (o Trallallero – in dialetto genovese Tralalêro)
Origine
Non è chiara l’origine del Trallalero: potrebbe derivare da un’antica tradizione di canto polifonico, legata al “bei bei” toscano (un canto tipico della zona compresa tra Grosseto e il Monte Amiata) ai “tenores” sardi – se non, addirittura, ai canti della Georgia russa.
Diversa l’ipotesi per cui il trallallero potrebbe essere la “versione cittadina” dei canti da Osteria “alla bujasca” tipici dell’entroterra genovese e delle province confinanti. Alcuni di questi canti, infatti, hanno una struttura simile al trallallero, e come il trallallero presentano ritornelli dallo spiccato valore ritmico.
Caratteristiche
Viene cantato da gruppi esclusivamente vocali – senza l’appoggio di strumenti – e prevalentemente da voci maschili.
(Va detto che, in questi ultimi tempi, i gruppi di canto rimasti, stanno aprendo le loro porte, anche alle voci femminili, mutando l’antica tradizione, ma portando in dote un gradevole tocco di modernità)
La sua particolarità, consiste nell’imitazione di una completa gamma di sonorità vocali e strumentali, ad opera di un complesso composto da sole voci.
Accanto alle voci che interpretano la melodia principale, troviamo ruoli di ausilio armonico, di accompagnamento, di sostegno ritmico.
Il ricco tessuto ritmico-melodico, dovuto a questa polifonia e poliritmia, è la caratteristica distintiva di questo particolare stile musicale.
La bellezza del Trallalero
La bellezza del Trallalero, risiede nel coinvolgimento e nell’energia, sintesi della tradizione polifonica e polistrofica nordica e della liricità meridionale: possiede una grande forza persuasiva che invita gruppi di persone a partecipare al canto corale.
Il Trallallero non ha bisogno di luoghi particolari per la sua esecuzione, e nemmeno di doti musicali eccelse.
Esprime un linguaggio raffinato ma nello stesso tempo popolare, come le sue origini lontane nel tempo e vicine al mondo dei viaggiatori e dei marinari.
I luoghi preferiti per i ritrovi e le esibizioni, sono proprio le osterie, le vie dei paesi e delle città, con aggregazioni e spettacoli spesso spontanei.
I Gruppi di canto
I gruppi di Trallalero vengono chiamati squadre.
Gli elementi si dispongono a cerchio: ciò permette di guardarsi e vedere i segnali di chi “porta a squadra” cioè di colui che dirige l’esecuzione ( non necessariamente il membro più anziano di militanza).
La squadra, composta da cinque voci, è formata da un minimo di sette elementi, sino a superare anche i dodici – quindici, nei gruppi più grandi.
In ogni squadra di Trallalero troviamo sempre:
- un tenore (in genovese o primmo – “il primo”) – cioè colui che intona il canto e ha il compito di dare alla melodia la giusta tonalità (in genere è quella di sol# maggiore/minore).
- un contralto (in genovese contræto) – chiamato anche “il secondo” (o segóndo ) o “la bambinetta” (a bagascetta), che “canta in falsetto”.
- un baritono – chiamato controbasso – che insieme alla chitarra (chitâra) ha il compito di tenere costante il ritmo del Trallalero.
- una “chitarra” (in genovese a chitâra) – una voce, con funzione ritmica, ottenuta mettendo davanti alla bocca il dorso della mano: serve per accompagnare il canto con rapide successioni di note che imitano il suono di uno strumento a corde pizzicato;
- un basso – o più bassi – che hanno il compito accompagnare il canto con una tonalità “scura”: a volte, soprattutto nelle squadre più grandi, si dividono in “profondi” e “cantabili”.
“I raccogliticci”
Uno degli elementi più caratteristici di questo canto è la spontaneità.
Spesso, è facile vedere canterini di diverse provenienze aggregarsi in cerchi improvvisati e cantare, ognuno con la sua differente cadenza, fondendo in un unico trallalero i diversi stili di canto.
Questi cori “improvvisati” prendono il nome di Arrecogeiti (raccogliticci).
Teniamo viva la tradizione del Trallalero !
Una volta – soprattutto negli anni ’60-’70 – ogni quartiere di Genova aveva la sua squadra di canto: era il loro vanto e motivo di grande orgoglio il sostenerle. Le “Squadre di Trallalero” si sfidavano in vere e proprie gare di canto: queste competizioni, tendevano a migliorare la qualità ed i virtuosismi dei Trallaleri.

Le squadre odierne (quelle che vedete nei video), non sono più tante come un tempo, ma hanno un compito importantissimo: quello di diffondere il Trallalero genovese.
Esibendosi con l’impegno e la passione che le contraddistingue, la loro grande missione è quella di portarlo, e farlo conoscere, anche tra i più giovani.
Facciamo in modo che questo canto e questa meravigliosa tradizione ligure e genovese, non vada scomparendo.
Grazie per queste belle pagine! Un caro saluto anche da tutti i canterini della mia squadra, I Giovani Canterini di Sant’Olcese!
Grazie mille Paolo! 👏👏 un grande complimento da tutti noi dello staff a voi, complimenti per le vostre meraviglie🥂 – sicuramente in futuro riprenderemo il discorso ampliandolo!😉🔝🔝