Torre del Borgo, il Simbolo della città di Lavagna
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La Torre del Borgo era nata nel ‘500, sui ruderi di un’antica torre, come difesa dagli attacchi dei Barbareschi.
In particolare, la Torre del Borgo, venne costruita a difesa delle incursioni del terribile 🗡Dragut, che tanti lutti e distruzione portò nel Tigullio.
Per fortuna, con la Battaglia di Lepanto, avvenuta il 7 ottobre 1571, e la conseguente sconfitta dei Turchi, terminarono i pericoli degli assalti turchi e la Torre perse quindi il suo significato militare.

Il suo destino sembrava segnato: era davvero grande il rischio che venisse demolita. Fortunatamente, questo fu scongiurato grazie al suo acquisto, da parte della famiglia Tiscornia, che ne fece un edificio civile (poi passato ai Ravenna, al quale si deve l’aspetto odierno).
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La Torre del Borgo è davvero particolare, soprattutto per i tanti e vari materiali usati nella sua costruzione:
dai mattoni alle pietre, dall’ardesia ai cocci, che ne fanno un vero esempio di inventiva e di architettura.
➡ Il piano terra ha un soffitto con volta a botte, il secondo piano ha invece soffitto con volte orizzontali, mentre il terzo ha nuovamente le volte a botte.

Durante il sedicesimo secolo, diventò un edificio civile, con la conseguente apertura di finestre nella facciata principale (come vedete dalla foto 👆 sopra), mentre la cappella gentilizia risale al secolo successivo.
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La famiglia Ravenna vendette la Torre ad un certo Perin, che verso la fine dell’Ottocento, quando emigrò in America, la rivendette al commerciante di generi alimentari Agostino Raffo.
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La Torre del Borgo, oggi
La Torre, oggi, è di proprietà del Comune, che l’ha restaurata in occasione del Giubileo del 2000, e l’ha adibita a sede di una raccolta di opere in ardesia.

Le opere esposte, sono dello scultore locale Francesco Dallorso, ma la torre ospita anche la collezione archeologica di Rodolfo Alloisio, l’ultimo proprietario della Torre che, nel 1968, la donò alla città insieme a molti oggetti di varie epoche.
Tra questi, ci sono manufatti risalenti al neolitico e all’epoca romana, come lucerne, vasellame, ceramiche rinascimentali e anche una collezione di opere in ardesia, raffigurante la storia di Lavagna.
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