
Perché in Liguria c’è il Pino Marittimo?
✅ Prima di scoprire perché in Liguria c’è il Pino Marittimo, ti lasciamo qui sotto alcuni link davvero interessanti. Dai uno sguardo! 😉
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Con il termine Pino Marittimo molti identificano quello che i botanici “Pino domestico, a ombrello o da pinoli” cioè il Pinus pinea.
In realtà il nome di Pino marittimo va attribuito al Pino Pinaster (o pinastro), albero alto addirittura fino a 40 metri – altezza che, purtroppo, quasi mai in Liguria non viene raggiunta.
Spesso, infatti, gli incendi lo uccidono quando è ancora giovane.
La forma della chioma è conica, con aghi rigidi, lunghi fino a 20 cm., le pigne coniche – spesso un po’ asimmetriche – sono rossicce (da chiuse) e lunghe anch’esse fino a 20 cm.

I Pini Marittimi sono la specie arborea nettamente più diffusa nella Liguria marittima.
Le statistiche ne riportano di oltre 30.000 ettari in totale, di cui oltre 15.000, sono presenti solo che nello spezzino.
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Pino Marittimo: di quale clima ha bisogno?
Questa specie ha una notevole capacità di svilupparsi in diversi tipi di condizioni ambientali. Tollera suoli poveri, notevoli differenze del tenore idrico del substrato, accetta ogni esposizione, si adatta sia al livello del mare sia a 1000 m di altitudine. Inoltre, i suoi semi hanno una grande facilità di germinazione.
Per gli esemplari adulti, è ideale un clima marittimo temperato, con un buona presenza di umidità dell’aria. (Il clima tipico della Liguria di Levante)
E’ un bene che siano così presenti in Liguria?
Si e no. L’habitat ideale del Pino Marittimo sarebbe quello dei crinali soleggiati e dei luoghi rupestri, ad una quota marittima-collinare.
Nello stesso territorio, gli ambienti ideali per la vita vegetale, dovrebbero invece essere la “patria” del Leccio.
Il Leccio è l’albero ideale per regolare il deflusso delle acque piovane, consolidare pendii e generale boschi meno infiammabili rispetto alle pinete.
Perché in Liguria ne abbiamo cosi tanti?
E’ stato l’uomo ad agevolare la massiccia diffusione del Pino Marittimo, sia con i rimboschimenti, sia generando suoli molti luminosi – idonei quindi ai pini.
Negli anni recenti, questo risultato lo si è raggiunto – spesso – con gli incendi. In passato invece, si ricorreva ai disboscamenti o, semplicemente, ci si limitava a rispettare le conifere nei boschi, nel momento in cui prelevava legname.