Portofino, Martiri dell'Olivetta

Portofino: la tristissima storia dei Martiri dell’Olivetta

I Martiri dell’Olivetta a Portofino, nel momento più buio della Seconda Guerra Mondiale nel Borgo.

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Premessa importante sulla guerra e su Portofino.

La Seconda Guerra Mondiale fu un periodo davvero molto buio e triste, non solo per l’Italia, ma anche per la Liguria e il Tigullio, in particolare per Portofino.

Perché proprio Portofino? Semplice: per la posizione altamente strategica e, per questo motivo, particolarmente ambita dai tedeschi.

I tedeschi, occuparono Portofino, fecero sfollare parte della popolazione dalla calata, dalla riva del Molo ed anche dalla piazzetta.

Portofino, Castello Brown
Castello Brown – Foto di Cristina Beltramo, dal Gruppo Facebook

Nella penisola, sì insedio il Comando Generale Marittimo tedesco – avente funzione di avvistamento e difesa costiera – al comando del tenente Ernest Reimers, con gli uffici all’Albergo Nazionale e al Castello Brown (all’epoca Castello Mumm).

Se volete saperne di più sul periodo bellico a Portofino, potete leggere qui.

Il Fatto

In reazione alla “giornata della Spia”, in cui vennero uccisi nove fascisti a Genova, nella notte tra il due e il tre dicembre 1944, con una azione della Polizia di Sicurezza Nazista, vennero prelevate dalla Quarta sezione del Carcere di Marassi 21 partigiani e un civile.

Questi furono trasferiti a Portofino, al Castello Brawn, sede appunto del distaccamento della marina tedesca.

I prigionieri vennero legati con fil di ferro, che i tedeschi erano riusciti a farsi dare dagli abitanti del quartiere Olivetta di Portofino e furono fucilati.

Spiaggia dell'Olivetta, Portofino
Sentiero per l’Olivetta – Foto di Marisa Saragni, dal Gruppo Facebook

I cadaveri, legati e attaccati a grosse pietre, vennero gettati in mare da una barca, proprio nella cala dell’Olivetta.

Alcuni pescatori, nei giorni seguenti il massacro, trovarono dei corpi in mare, legati col fil di ferro ma, per paura delle rappresaglie tedesche, li lasciarono in mare.

Il responsabile di questa terribile operazione fu il tenente Reimers, comandante del distaccamento tedesco in zona.

Lo stesso Reimers che voleva far saltare in aria Portofino.

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Le vittime del massacro

Non fu semplice risalire all’identità delle vittime, a causa della segretezza dell’eccidio. Ovviamente le ragioni di questo atto non furono mai “ufficialmente” spiegate dai tedeschi.

Martiri dell'Olivetta
Lapide in ricordo delle Vittime – Crediti Anpi Genova

Nel dopoguerra, il già vice-questore di Genova, Gelasio Adamoli (che successivamente divenne Sindaco del Capoluogo) si adoperò molto per il riconoscimento delle 22 vittime.

I NOMI

1. Abramo Bassignani
2. Domenico Camera
3. Emanuele Orfeo Causa
4. Agostino Carniglia
5. Cafiero Cipriani
6. Luigi Costa
7. Carlo Della Casa
8. Domenico De Palo
9. Carlo Faverzani
10. Antonio Ferrari
11. Otello Gambelli
12. Marcello Goffi
13. Giuseppe Golisano
14. Bartolomeo Maffei
15. Anelio Materozzi
16. Alfredo Meldi
17. Luigi Celso Meldi
18. Tullio Molteni
19. Giovanni Odicini
20. Emanuele Sciutto
21. Cipriano Turco
22. Diofebo Vecchi

Abbiamo scritto precedentemente, che tra le vittime c’era anche un civile. Si tratterebbe di Luigi Costa (n.6), arrestato probabilmente per ritorsione verso il fratello, che era un combattente partigiano nelle formazioni di montagna. (Fonte Anpi Genova)

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